I protagonisti della storia di Cosetta Mastragostino si discostano dall'area impersonale, dal mondo anonimo. «mondo di terracotta»: tra le onde del tempo, ma tuttavia in un ambiente quasi intatto di Trastevere, come ceramoplastica colorata nella bottega di Della Robbia...

«La mitologia personale» oppure l'espressione individuale nella creazione della iconografia personale, è già sperimentata lingua artistica del nostro secolo. I corsi dell'arte negli anni '80 hanno indicato «l'arte preziosa ed intuitiva», dove la lingua artistica oscilla tra arbitrario-personale nell'avventura dei sensi e il mito di razionalità, che formiamo per poter comunicare».

Cosetta svolge le sue scene nella terza dimensione: l'immagine vivifica, aggira lo spazio, supera il vuoto, accessibile al tocco: per un attimo dimenticando il limite tra visuale e toccabile. Le immagini allontanate dalla tradizione classica si predispongono ad ereditare forme semplici ed arcaiche. Herbert Reed considera che sono elementi della iconografia nuova: «Quando le arti dei vecchi tempi o delle culture altre offrono o annunziano all'artista moderno le forme che si possono adattare alle proprie esigenze». Queste sono in un senso antiche e convinte nella propria immobilità: infinitamente semplici come antichi segni etruschi.

La iconografia personale: le visioni dell'infanzia, oppure soltanto il bisogno di reinterpretare il mondo. (Perciò: pensierosi ed equilibristi, quelli che verranno... Già pensiamo il sogno aggomitolati in un angolo del quadro enorme, malsicuri sul filo teso).


Lidia Merenik