Progetto realizzato all’interno della Cisterna delle Sette Sale e nell’Auditorio di Mecenate a Roma

Ideazione e cura di Cosetta Mastragostino

Organizzazione Sala1, con la partecipazione degli studenti del Liceo Artistico “Giorgio De Chirico” e del Liceo Scientifico “Ettore Maiorana”

17 Aprile 2005

Installazioni all’interno della cisterna di: Alì Assaf, Lucilla Catania, Cosetta Mastragostino, Cloti Ricciardi, Silvia Stucky.

27 Aprile 2005

incontro nell’auditorio su: emergenza acqua, soluzioni creative e letture di poesie interventi di: Jacopo Benci, Anna Cochetti, Jean Margot, Cosetta Mastragostino, Katherine Rinne poeti: Simona Cigliana, Giovanni Fontana, Mario Lunetta, Vito Riviello, Marco Palladini

Sul progetto

Il progetto intende contribuire alla battaglia mondiale nel rivendicare l’acqua come bene pubblico (res publica) contro la privatizzazione già in atto, che mette a rischio l’origine stessa della vita.
Contro il principio interno alla globalizzazione che considera l’acqua come bene economico al pari di una qualsiasi merce che può essere venduta, comprata, scambiata, occorre riaffermare il valore sacro dell’acqua come espressione della vita, della dignità, della cultura dei popoli e della storia umana, della natura. L’acqua è un diritto di tutti i viventi, nessuno escluso.
Roma appare come la città della profusione, ma il problema della penuria d’acqua nel mondo è legato molto più alla monetizzazione e al conseguente controllo delle fonti di approvvigionamento, all’inquinamento, alla cattiva amministrazione, allo spreco, piuttosto che allo scintillio delle fontane.
Per questo anche oggi, in un’ottica completamente mutata, Roma, città d’acqua, può rappresentare il luogo ideale e deputato per una moderna rappresentazione del valore dell’acqua.
Si può pensare di difendere il pubblico diritto di fruire dell’acqua anche come fonte di bellezza e di godimento estetico.
Questo la funzione creativa dell’arte.
La prosperità e la grandezza dell’Urbe sono da sempre legate alla ricchezza idrica.
L’ingegneria, l’architettura, ma soprattutto l’arte, hanno fatto dell’arte la loro materia.
I Papi del Rinascimento, consapevoli del legame tra abbondanza idrica e prosperità, vollero magnificare la grandezza di Roma e il loro pontificato erigendo le Mostre d’acqua (Fontana di Trevi, il Mosè di largo Santa Susanna, e l’Acqua Paola al Gianicolo).
Così affidarono al genio degli artisti il compito di rappresentare in grandi complessi allegorici e monumentali il trionfo dell’acqua. Fontane, bacini, abbeveratoi, cisterne, castelli d’acqua, porti fluviali, fognature; ogni luogo pubblico doveva essere valorizzato dalla possibilità dell’uso civico della risorsa idrica, sottolineato ed esaltato dal segno dell’artista e dal committente.
La finalità del progetto di Roma: città d’acqua è di sollecitare, con i linguaggi trasversali dell’arte, l’attenzione ad un problema che non può essere affrontato con la previsione della catastrofe come spesso avviene per molte campagne di sensibilizzazione.
Si può svelare il valore dell’acqua anche con la spinta creativa dell’artista.

Cosetta Mastragostino